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AD ANDREA, IL RAGAZZO DAI PANTALONI ROSA

“Ai miei due figli, che il riscatto di uno valga quello dell’altro”.
Questa la dedica di Teresa Manes nel libro che racconta la tragica vicenda vissuta da suo figlio, Andrea Spezzacatena, quindicenne vittima di bullismo e cyberbullismo omofobo, cui è ispirato il film “Il ragazzo dai pantaloni rosa”, per adesso in proiezione nelle sale cinematografiche italiane.
Il film girato a Roma, con la regia di Margherita Ferri, presenta un cast di attori emergenti: Samuele Carrino, nel ruolo del protagonista Andrea Spezzacatena; Corrado Fortuna nel ruolo di Tommaso, padre di Andrea; Andrea Arru, che interpreta Christian Todi, il bullo, e una bravissima Sara Ciocca nel ruolo di Sara, migliore amica del protagonista. Una Claudia Pandolfi matura interpreta, invece, Teresa Manes, la madre di Andrea. Ad accompagnare lo sviluppo della trama il brano di Arisa “Canta Ancora”.
La voce narrante è quella del protagonista che racconta agli spettatori in modo fresco e spontaneo la sua storia attraverso le tappe della sua breve esistenza. Da bambino, dotato di notevoli capacità e di un grande animo, ad adolescente, quando conosce Christian Todi che reputa “amico”, il suo migliore amico. Andrea lo aiuta in qualsiasi occasione, ma questo aiuto non viene mai ricambiato, anzi, Christian inizia a deriderlo in modo pesante e spregiudicato a scuola davanti ai suoi compagni fino a quando, al ballo di fine anno, gli tende, insieme al suo branco, un tranello terribile, mortificandolo davanti a tutta la scuola. Da quel momento si scatenano una serie di episodi di bullismo, sempre più gravi da parte dei compagni, che si manifestano anche in cyberbullismo: un’intera pagina dedicata sui social al “ragazzo dai pantaloni rosa”, un innocente regalo di sua madre che si trasforma in un incubo per Andrea.
Nonostante il suo coraggio, non riesce a sopportare più tale situazione e decide di suicidarsi senza lasciare alcun messaggio.
Arrivati i suoi quindici anni, decide di farla finita.
Il film ci invita a riflettere sugli stereotipi di genere e sull’importanza dell’accettazione del prossimo e a deporre i pregiudizi per gli altri, affinché ciascuno possa vestirsi e pensare liberamente, senza rinunciare mai ad essere sé stesso. Il messaggio che arriva è potente: ciascuno di noi porta dentro di sé la propria autenticità che, per quanto diversa, è bella.
“Ho sicuramente commesso degli errori con mio figlio. Ma permettergli di indossare quei pantaloni rosa non è stato tra quelli”.
Teresa Manes vuole far arrivare questo messaggio a tutti gli adolescenti, raccontando pubblicamente la storia del figlio Andrea, nella speranza che nessun altro ragazzo sia spinto a compiere l’atto estremo.
Questo film tocca il cuore e scuote inevitabilmente l’animo, invitandoci a riflettere sulle conseguenze che le nostre azioni possono avere sul prossimo. Gesti e parole possono costruire ponti e relazioni tra le persone, come possono distruggerli, lasciando voragini incolmabili ed una solitudine profonda.
«Le parole sono come dei vasi di fiori che cadono dai balconi. Se sei fortunato li schivi e vai avanti sulla tua strada, ma se invece sei un po’ più lento, ti centrano in pieno e ti uccidono».

Marialourdes Di Marco IB