In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, l’avvocato penalista Giuseppe Barba e lo psicologo Domenico Marino, presso la sede succursale del Liceo Classico e Musicale “Empedocle”, agli studenti ginnasiali hanno offerto riflessioni complementari sul fenomeno della violenza di genere, evidenziandone le radici culturali, le dinamiche psicologiche e le possibili strategie di prevenzione e intervento.
Secondo Barba, il femminicidio trova origine in retaggi culturali profondi, spesso aggravati da mancanza di formazione, prevenzione e ascolto, soprattutto nei contesti sociali più disagiati. L’avvocato ha sottolineato come il patriarcato e la concezione della donna come oggetto di possesso siano ancora fortemente radicati, ostacolando l’affermazione di una cultura del rispetto. La società deve invece promuovere una visione della donna come individuo dotato di pieni diritti e dignità, al centro di un impegno collettivo che coinvolga istituzioni, famiglie e comunità. Sul piano legislativo, Barba ha evidenziato i progressi compiuti negli ultimi anni, come l’introduzione di aggravanti specifiche per i femminicidi e il rafforzamento delle pene, fino all’ergastolo, per sottolineare la gravità del reato. Il Codice Rosso, introdotto nel 2019, ha migliorato le misure cautelari e accelerato le procedure per proteggere le vittime, ma l’avvocato ha sottolineato che le leggi, pur fondamentali, devono essere integrate da un’ampia opera di sensibilizzazione e formazione culturale per prevenire la violenza alla radice.
Domenico Marino, dal canto suo, ha sfatato il mito che esistano profili fissi per aggressori e vittime, sottolineando come la personalità sia dinamica e influenzata da molteplici fattori ambientali, familiari e culturali. Gli studi neuroscientifici e la psicologia moderna evidenziano che la genetica non è determinante nello sviluppo della personalità, che è invece modellata da esperienze e contesti che la condizionano inevitabilmente. Marino ha posto l’accento sull’importanza di riconoscere i segnali precoci di violenza, sia fisici che psicologici. Tra questi ultimi, il silenzio rancoroso e le privazioni della libertà personale sono indicatori rilevanti di dinamiche tossiche che possono evolvere in forme di violenza più gravi. La gelosia mascherata da attenzione, ad esempio, può celare un controllo patologico che mina l’autonomia della vittima.
Entrambi gli esperti concordano sull’importanza della prevenzione, che deve passare attraverso l’educazione e la sensibilizzazione. Marino ha realizzato una guida pratica per identificare i comportamenti negativi che spesso precedono la violenza, sottolineando che l’amore sano non impone limiti, ma favorisce la crescita individuale e la libertà. Barba ha ribadito il ruolo cruciale delle famiglie, che non solo hanno il diritto di rappresentare le vittime nei processi, ma anche il dovere morale di farlo, fornendo testimonianze e informazioni essenziali per l’accertamento della verità. Ambedue hanno concluso evidenziando che il cambiamento culturale è la chiave per eliminare la violenza di genere. Eventi come la Giornata internazionale e la visibilità dei casi di femminicidio sono strumenti fondamentali per mantenere alta l’attenzione sul problema e promuovere una cultura basata sul rispetto, sull’autonomia e sulla giustizia. Solo un impegno congiunto di istituzioni, famiglie e società civile potrà costruire un futuro in cui la violenza di genere sia finalmente debellata dalla lista delle piaghe che fanno a pezzi la nostra società.
Aleandro Battaglia V A
Giovanni Crapanzano II B
Mirko Salamone II B