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Morgantina e le Archeomafie: il ritorno delle opere perdute

Continua il viaggio nella storia per la nostra Redazione. Dopo aver incontrato i Direttori dei quattordici Parchi Archeologici Siciliani, questa volta i nostri giornalisti scendono in campo in trasferta nel cuore della Sicilia, presso il Parco Archeologico di Morgantina e presso il Museo Archeologico di Aidone, per condurre un’indagine sulle archeomafie. Ad accoglierli la professoressa Serena Raffiotta, archeologa e guida turistica, il cui contributo è stato fondamentale per il ritorno in patria di alcuni reperti dal valore inestimabile. Il filo conduttore della giornata è, infatti, quello del fenomeno dei tombaroli, criminali che effettuano scavi abusivi per appropriarsi di opere e venderle sul mercato nero del collezionismo, particolarmente praticato in Svizzera, terra franca in questo genere di traffici illeciti. In passato tali criminali penetravano nella notte nel Parco Archeologico di Morgantina e, scavando tra le rovine, trovavano reperti di vario tipo, che spesso rovinavano per incuria. Infatti il loro operato non solo ha, così, danneggiato molte opere, ma spesso ha lasciato prove evidenti dei furti. Un esempio? Il ricciolo della Testa di Ade, una bellissima testa policroma in terracotta raffigurante il dio degli inferi dai riccioli blu e rossi. La dottoressa Raffiotta racconta di avere trovato, per puro caso, un ricciolo blu tra gli scaffali del magazzino del Museo, senza sapere che sarebbe stato l’indizio fondamentale per scoprire qualcosa di molto più grande. Non sapeva, infatti, ancora che dall’altra parte del mondo, al Getty Museum di Malibù, a Los Angeles, era conservato il resto dell’opera. Dopo un lungo processo diplomatico, grazie alla tenacia di un bravo magistrato e grazie all’intervento delle Forze dell’Ordine, nel 2016 la testa è finalmente ritornata in Sicilia, dopo essere stata sequestrata in America, perché, come ha detto la stessa Raffiotta, quando un’opera “vuole tornare a casa” farà di tutto per tornare. Una bella storia di legalità finita bene, insomma. Ma questo non è l’unico gioiello di questo Museo diventato simbolo di legalità. Infatti, gli scavi iniziati nel 1955 da una missione archeologica americana, hanno rivelato una serie di scoperte significative, come ad esempio il tesoro di Eupolemo, composto da oggetti in argento con decorazioni dorate che risalgono al periodo greco ellenistico. Il tesoro, che probabilmente serviva per i rituali del culto di Demetra, è stato scavato e recuperato dai tombaroli ed è stato trafugato a New York e solo nel 2010 è stato restituito dal Metropolitan Museum di New York. O, ancora, le sculture in marmo greco raffiguranti le divinità ctonie di Kore e Demetra, molto venerate a Morgantina, specialmente in seguito all’arrivo dei Greci, scoperte nel 1979. Anch’esse portate alla luce dai tombaroli, per poi confluire in una collezione privata a New York rientreranno in Italia dopo parecchio tempo, nel 2009, grazie alla confessione di un trafugatore pentito. Un’altra straordinaria opera rappresentante Demetra è la Dea di Morgantina, un’imponente statua in Marmo anch’essa restituita nel 2011 dal Getty Museum. Il Getty ha restituito con piacere l’opera nel 150° anniversario dell’Italia, cedendo anche la base antisismica per proteggerla. La statua è infatti molto fragile ed è stata danneggiata in passato dai ladri, che facendola cadere ne hanno rovinato tutta la parte destra. Purtroppo la dottoressa Raffiotta ci ha spiegato che spesso i Musei, specialmente quelli americani, acquistano opere da privati, pur essendo consapevoli che si tratta di reperti trafugati. Per fortuna l’intervento di professionisti come Serena Raffiotta riesce a contrastare questi crimini garantendo, da una parte, il trionfo della legalità, e dall’altra la cura e la sopravvivenza della memoria storica della nostra terra. La celebrazione del quarantennale del Museo e del Parco Archeologico diventano, allora, in quest’ottica, un’opportunità unica per riflettere sui successi passati e sulle sfide future, con l’obiettivo di continuare a promuovere la conoscenza e la valorizzazione del nostro patrimonio archeologico.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Chiara Contino IID
Federica Cipriano IB
Marzio Maccarrone IIF
Amedeo Dispenza IIF
Giovanni Crapanzano IIB