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Fermiamo la violenza. Adesso!

giornata internazionale contro la violenza sulle donne

Ancora una volta un appuntamento significativo presso il Liceo Classico di Agrigento. In occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne, lo scorso 25 novembre, gli alunni del Liceo Classico e Musicale Empedocle hanno incontrato la psicologa Nadine Gambino e l’avvocato Germana Lentini dell’Associazione Fortezza OdV, entrambe ex studentesse della scuola. L’intervento si è svolto all’insegna di un parallelismo con il mondo antico attraverso il quale le due relatrici hanno esposto le varie tipologie di violenza, coinvolgendo i ragazzi e insegnando loro come riconoscerne i segni al fine di prevenirla.

La violenza di genere, hanno spiegato, è un atto che pianta le sue radici nel sistema del patriarcato, da cui dobbiamo assolutamente saperci difendere. Nel 2019 è entrato in vigore il “Codice rosso”, per tutelare le vittime di tale reato. “Sicuramente ciò ha scoraggiato molto i fautori di tali crimini perché ha inasprito tantissimo le pene; tuttavia, si tratta di un cambiamento che deve basarsi anche e soprattutto su un’opera di sensibilizzazione profonda che la scuola e la famiglia non devono stancarsi di promuovere”, spiega l’avvocato Lentini. Il Codice rosso, però, è un’arma a doppio taglio, perché non prevede un gran numero di tipi di violenza che, invece, dovrebbero esservi inseriti. Ciò fa sì che spesso chi esercita violenza la fa franca proprio in virtù di questo deficit.
Il lavoro che resta ancora da fare è tantissimo e su più fronti. Si è parlato anche della difficoltà ad individuare la violenza psicologica, che di per sé è meno evidente, soprattutto all’interno di un litigio: ” Il conflitto può avvenire in maniera molto animata e, per quanto acceso possa essere, in ogni tipo di relazione, è fondamentale che ci sia una parità. Bisogna arrivare alla fine del conflitto ad una negoziazione. Si deve trovare in tutti i casi un punto di incontro anche quando sembra essere impossibile. La violenza invece, a differenza del conflitto, implica che ci sia una prevaricazione. La famosa frase “È come dico io” spesso e volentieri nasconde violenza.
Le dottoresse hanno inoltre spiegato qual è il modo per favorire il distacco della vittima dal partner: “E’ fondamentale che ci sia il coinvolgimento di tutte le sfere sociali. Amici e famiglia devono intervenire per costruire una rete attorno alla vittima per aiutarla a prendere le distanze fisiche ed emotive”.
L’avvocato Lentini aggiunge anche che se dovessero esserci situazioni più complesse, in quei casi bisogna rivolgersi a persone competenti.
“La disorganizzazione del se” è un fenomeno molto comune quando si subisce violenza; infatti la vittima si viene a trovare in uno stato di confusione dal quale difficilmente può uscire, specialmente se non trova il coraggio di parlarne con qualcuno o denunciare. “E’ una terza persona a rendersene conto”, afferma la dottoressa Gambino aggiungendo: “l’occhio attento da parte di qualcuno può essere molte volte il gancio di salvezza”. La maggior parte delle volte la vittima, in queste situazioni, percepisce la realtà come distorta. Tuttavia le dottoresse hanno affermato che, alcune volte, anche la semplice visione di un film è in grado di far riprendere coscienza alla vittima incrementando, di conseguenza, una presa di contatto con la realtà.
Quest’incontro è senza dubbio servito a sensibilizzare sempre di più i giovani studenti su una tematica sempre più vicina a noi. Nel 2024 si contano 104 vittime di violenza, inaccettabile numero che dobbiamo puntare ad azzerare.
L’educazione contro la violenza sulle donne inizia proprio con il lavoro che la scuola si impegna a svolgere ogni anno, dimostrando sempre più quali sono i reali valori che ognuno di noi deve rispettare.

 

Salvatore Ciotta IB
Chiara Maria Contino IID