I parchi archeologici della Sicilia custodiscono un immenso patrimonio culturale, ma la loro gestione non è priva di ostacoli. Secondo il Direttore del Parco archeologico di Himera, Solunto e Iato, che attualmente guida anche quello di Tindari, le principali criticità riguardano la scarsità di risorse economiche e la necessità di un costante diserbo e  manutenzione di aree spesso vastissime. “Un parco archeologico, come quello di Tindari, è anche un parco ambientale e botanico di ampia estensione, e non è semplice garantire un diserbo continuo con i fondi a disposizione”, spiega il Direttore. Egli sottolinea, inoltre, come vi siano comportamenti incivili da parte di alcuni visitatori che possono  compromettere l’ordine e la pulizia dei siti.

Nonostante queste difficoltà, il direttore assicura che sono in atto sforzi per migliorare la situazione, attraverso la richiesta di maggiori finanziamenti e la collaborazione di enti come l’ESA e i Carabinieri forestali. Inoltre, vengono realizzati interventi di valorizzazione, come quello effettuato di recente nella Necropoli di Tripi, dove sono state ricostruite le coperture, le passerelle e introdotti nuovi percorsi.
Un altro aspetto rilevante riguarda l’accessibilità dei parchi per le persone con disabilità, che l’architetto conferma essere garantita, con la presenza di percorsi e servizi igienici dedicati.
Infine, il Direttore sottolinea l’importanza di una visione ampia e integrata del patrimonio culturale, che vada oltre i singoli siti, per abbracciare l’intero territorio. Egli suggerisce, ad esempio, di valorizzare i reperti archeologici all’interno di piccoli musei locali, in modo da radicarne la presenza e la fruizione all’interno delle comunità di riferimento. Questo approccio, consentirebbe di creare legami più solidi tra i parchi e il tessuto sociale circostante, favorendo una maggiore consapevolezza e partecipazione da parte dei cittadini.