Ricerca

Voci di colore: l’impatto della policromia nell’arte antica

I templi della Valle dei Templi non erano semplicemente costruzioni in pietra, avevano una gamma di sei toni cromatici, con evidenze di policromia visibili.

La percezione comune dell’arte classica greca e romana è stata a lungo caratterizzata dall’immagine di statue e templi bianchi, privi di qualsiasi traccia di colore. Questa visione, influenzata dal pensiero neoclassico che esaltava la purezza e l’armonia formale, ha avuto radici profonde nella storia dell’arte.Johann Joachim Winckelmann, considerato il padre della storia dell’arte, che sosteneva che il bianco del marmo rappresentasse un ideale estetico. Nella sua opera “Storia dell’arte nell’Antichità” (1764), Winckelmann descriveva le opere antiche  vome simboli di perfezione, contribuendo a un pregiudizio estetico che trascurava l’uso del colore nell’antichità.
Tuttavia, recenti ricerche archeologiche e studi moderni hanno iniziato a svelare una realtà diversa, rivelando che l’arte antica era vivace e policroma (dal greco πολυχρωμία, πολύ = “molto”, e χρώμα = “colore”). Già dal XIX secolo, gli scavi a Pompei ed Ercolano hanno portato alla luce testimonianze dell’uso di colori vivaci. La scoperta della “colmata persiana” ad Atene ha confermato questa teoria, mostrando tracce di pigmenti su sculture antiche. Fonti storiche, come Vitruvio e Pausania, confermano l’importanza del colore nella decorazione di templi e statue, descrivendo le tecniche pittoriche e i significati simbolici associati ai colori. Vitruvio, nel suo “De Architectura”, affermava: “Il colore deve essere scelto in modo tale da
suscitare una risposta emotiva e una sensazione di armonia.”
Le ricerche moderne hanno utilizzato tecnologie avanzate, come la spettroscopia e la riflettografia, per analizzare le superfici delle opere d’arte e identificare i pigmenti usati. Tra i pionieri di questo approccio c’è Vinzenz Brinkmann, il cui lavoro ha dimostrato che molte statue e templi, tra cui quelli del Partenone, erano riccamente colorati. Le sue ricostruzioni, esposte in mostre come “Bunte Götter”, hanno rivelato un universo di tonalità che conferiva una vitalità inimmaginabile alle opere d’arte.


In particolare, i templi della Valle dei Templi, come quelli di Giove, Giunone, Eracle, Concordia e dei Dioscuri, non erano semplicemente costruzioni in pietra. Studi storici, tra cui quelli di Jacques-Ignace Hittorff e Domenico Lo Faso Pietrasanta, hanno documentato che i templi avevano una gamma di sei toni cromatici, con evidenze di policromia visibili ad Agrigento. Oggi, grazie a tecnologie moderne e studi di restauro, possiamo immaginare un paesaggio antico molto diverso, in cui i templi apparivano in tonalità di rosso, blu e bianco. La policromia non era solo decorativa; i colori avevano anche significati simbolici e religiosi. Ad esempio, il rosso rappresentava vitalità e potere, mentre l’oro era associato agli dei e all’immortalità. La luce naturale riflessa dai pigmenti creava effetti visivi straordinari, esaltando la presenza divina negli spazi sacri e
comunicando valori culturali e spirituali. Le scoperte recenti ci offrono una visione nuova e più ricca dell’arte antica, riportando alla luce un patrimonio artistico caratterizzato da colori vivaci e significati profondi. Come ha affermato Brinkmann: “La vera bellezza dell’arte antica non si trovava solo nelle forme, ma anche nella sua vibrante policromia, che dava vita e significato alle opere.” Questo nuovo approccio sfida l’immagine riduttiva che per secoli ha dominato il nostro studio dell’arte classica, invitando a rivalutare l’importanza del colore non solo come elemento estetico, ma anche come parte integrante della cultura e della spiritualità antica. La citazione evidenzia una trasformazione fondamentale nel modo in cui interpretiamo l’arte classica. Per troppo tempo, infatti, l’immagine idealizzata di statue e templi bianchi ha ridotto la ricchezza e la complessità di queste opere a un’unica dimensione estetica. Tuttavia riscoprire e valorizzare la policromia ci invita a considerare come il colore fosse non solo un abbellimento, ma un linguaggio simbolico carico di significati. I colori, in questo contesto, diventano portatori di cultura e spiritualità, elementi che dialogano con le emozioni e le esperienze della società antica.
Un aneddoto affascinante riguarda la scoperta, durante gli scavi di Pompei, di una statua di Dioniso decorata con colori vivaci. Gli archeologi rimasero stupiti nel vedere che il dio, tradizionalmente rappresentato con tonalità neutre, era in realtà vestito con una tunica multicolore. Questo ritrovamento ha dimostrato che l’arte greca non solo rifletteva la vita quotidiana, ma anche una vivace tradizione culturale e religiosa. Un altro episodio interessante riguarda gli studi di Vinzenz Brinkmann, che
ha utilizzato tecnologie moderne per analizzare le statue antiche. Durante uno dei suoi esperimenti, ha scoperto
che le statue del Partenone non solo erano dipinte, ma presentavano anche strati di colore sovrapposti, indicando
che erano state ridipinte nel corso dei secoli.
Questo suggerisce che i Greci non vedevano il colore come un elemento statico, ma come qualcosa di vivo e in evoluzione, capace di adattarsi ai gusti e alle mode del tempo.


Pertanto questo nuovo approccio non solo arricchisce la nostra comprensione dell’arte classica, ma ci invita a riconsiderare il nostro modo di guardare al passato. La riscoperta della policromia ci offre una visione più autentica e vibrante della civiltà greca e romana, rivelando un patrimonio artistico che è, e sarà sempre, un ponte tra le epoche. Riconoscere il colore
come parte integrante dell’arte antica non significa pertanto, solo rendere giustizia alle opere, ma anche aprire un dialogo continuo tra il nostro presente e le esperienze di chi ci ha preceduti, ricordandoci che l’arte, in tutte le sue forme, è un riflesso della condizione umana. In questo modo, l’arte classica torna a vivere, rivelando la sua vera essenza e la sua eterna capacità di emozionare e ispirare.

Alessia Vella II F
Beatrice Impiduglia II F
Clara Russello IIF
Elisa Milazzo II F
Gioia Amato II F
Soraya Scichilone II F